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Title : 11/01/2025 Gennaio 2025 versione : 0 by : 30/01/2025 author: Autore ADA node level: 0

11/01/2025 Gennaio 2025

In questo inizio di inverno (fisico e metaforico) che fa venire in mente scenari fantascientifici, ci torna in mente una riflessione generale sul rapporto tra opensource ed economia.

Un Paese si deve dotare di infrastrutture tecnologiche pubbliche, esattamente come deve dotarsi di strade, scuole ed ospedali. Alcuni Paesi hanno più difficoltà di altri, per storia, dimensioni, risorse. Questi Paesi sono costretti a rivolgersi ai Paesi amici, a stringere accordi, a importare tecnologie. A volte si presenta una scelta, che gli anglofoni semplificano con l'espressione "make or buy": progettare e realizzare un sistema pubblico oppure acquistare un sistema privato già pronto.

In Italia questa scelta è vincolata da una norma, che dice che gli enti pubblici DEVONO verificare che esista una soluzione opensource adatta alle esigenze. Se non esiste, possono prendere in considerazione le altre opzioni. Non è una questione di risparmio (uno Stato non deve "risparmiare", deve spendere oculatamente, ma deve spendere) ma di politica economica. Affidarsi ad un fornitore di software proprietario (soprattutto se si tratta di un grande fornitore, diciamo di una multinazionale) significa trascurare un compito fondamentale dello Stato, che è appunto far crescere le competenze locali.

Naturalmente è più semplice per un decisore pubblico affidarsi ad un grande fornitore con migliaia di clienti in tutto il mondo piuttosto che ad una rete di piccoli fornitori locali. Eppure privilegiare il fornitore locale, che è responsabile in prima persona del suo prodotto, significa farlo crescere, creare occupazione, spingere i giovani a intraprendere un percorso di studi con possibilità professionali concrete. Sono scelte che richiedono coraggio e i cui effetti positivi si vedono nel prossimo futuro, più che nell'immediato.

Per un'azienda come la nostra, da più di vent'anni impegnata nello sviluppo di software rilasciato con licenza GPL, e per tutte le aziende che hanno fatto la stessa scelta, non ci sono dubbi.