Venti di lockdown spazzano questo autunno 2020-2021.
Si ricomincia a pensare allo smart working (che non significa lavorare in camera da letto) e di didattica distanziata socialmente.
Imprese profit e non, associazioni e consorzi, fino a scuole e università devono decidersi a scegliere un software per la gestione della comunicazione, della collaborazione, della formazione. Possono affidarsi a fornitori locali o remoti, a multinazionali o piccole cooperative. Possono scegliere soluzioni in casa o in cloud.
Però per chi lavora nella Pubblica Amministrazione, questa scelta deve essere fatta anche rispettando delle norme: per esempio il Codice di Amminstrazione Digitale, che all'articolo 68 richiede che si faccia una valutazione comparativa tenendo in considerazione le soluzioni Open Source come riferimento; o il GDPR, che obbliga i fornitori di servizi digitali che trattano dati personali di cittadini europei a garantire che questi dati non saranno ceduti, venduti, utilizzati per profilare gli utenti senza il loro esplicito consenso.
Non è uno scherzo: va fatto sul serio e per fortuna c'è chi ci sta pensando e sta esaminando soluzioni opensource, come appunto la piattaforma ADA per le scuole oppure i sistemi di videoconferenza, come Jitsi o BigBlueButton.
ADA per la scuola è opensource: significa che la potete scaricare e installare senza nemmeno dirci come vi chiamate e perché vi serve. Lo potete trovare nel nostro repository su GitLab insieme alle istruzioni per chi vuole installarla e configurarla.
Se invece preferite che ci occupiamo noi di ospitarlo sui nostri server o su cloud, basta chiedercelo e scegliere tra i vari livelli di servizio quello che si adatta alla vostra scuola.
Buon lavoro.